Il reflusso gastroesofageo (MRGE) è una condizione provocata dalla presenza di succhi gastrici o gas acidi all'interno dell'esofago e si manifesta attraverso sensazione di bruciore retrosternale, salivazione eccessiva, abbassamento della voce, mal di gola e con difficoltà deglutitive e digestive.
Spesso è provocato dall'ernia iatale, ovvero una risalita patologica di parte dello stomaco sopra il diaframma. Questa condizione viene diagnosticata da un gastroenterologo il quale deciderà la terapia medica più indicata.
Capita tuttavia che sintomi simili e di uguale intensità siano presenti senza una vera erniazione ma solo per un'alterazione funzionale. Ciò accade perché la meccanica della zona esofago-cardio-tuberositaria è influenzata da molte forze in conflitto (equilibrio della pressione toracica e addominale, turgore dello stomaco, corretta mobilità di diaframma, coste e vertebre toraciche, ecc...). Quando questo equilibrio viene rotto per qualsiasi motivo, viene meno la corretta funzione dell'esofago il quale sarà tirato verso l'alto e verrà ridotta la capacità di chiusura dello sfintere cardinale causando così il reflusso.
Alcune delle condizioni che possono provocare questa problematica sono: ipercifosi, ipotonia, obesità, malattie pleuriche, polmonari e cardiache (per strette relazioni legamentose e neurologiche), gravidanza e menopausa (rispettivamente per eccesso di estrogeni o riduzione di progesterone che causano ipotono del cardias), ansia o forte stress.
Cosa c'entra l'osteopatia con tutto questo allora?
Frequentemente la causa è da ricercare in una problematica a carico del muscolo della respirazione, il diaframma. L'esofago nella sua discesa verso lo stomaco attraversa il diaframma contraendo un forte legame con le fibre muscolari le quali svolgono a loro volta una funzione sfinteriale (lo iato esofageo). Il diaframma inoltre con il suo movimento ritmico stimola la corretta mobilità degli organi addominali e nel caso dello stomaco nello specifico funge da ancoraggio tramite il legamento gastro-frenico. Una riduzione di mobilità del diaframma può quindi comportare alterazioni a livello di stomaco ed esofago e provocare di conseguenza reflusso. Data l'inserzione lombare tramite i pilastri il reflusso può associarsi anche a lombalgia.
Tramite il nervo vago (che innerva i muscoli del palato, esofago, aorta, cuore, stomaco e organi addominali) una problematica di reflusso gastrico può arrivare a provocare cervicalgia e cefalea.
Un dorso rigido può concorrere a peggiorare la situazione perché oltre ad alterare la corretta meccanica diaframmatica va ad influire sull'innervazione simpatica dello stomaco (a carico del nervo grande splancnico che origina da D5-D9, attraversa il diaframma, giunge al ganglio celiaco, dove anastomizza col piccolo e raggiunge esofago e stomaco) causando alterazioni della sua funzione.
Quindi, perché si può associare un dolore alla spalla sinistra a problematiche gastriche?
Per comprendere il dolore o dei fastidi il nostro corpo assume delle posizioni antalgiche, nel caso dello stomaco la spalla sinistra può ruotare in chiusura andando ad attivare in maniera eccessiva il piccolo pettorale (che a sua volta può incarcerare il plesso brachiale) e andando ad allungare eccessivamente i muscoli posteriori, i romboidi, i quali provocheranno quindi un dolore dorsale interscapolare.
Cercare di capire il motivo per il quale una zona soffra e andare a risolverlo applicando anche tecniche a distanza è una delle parti fondamentali della pratica osteopatica.
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Bibliografia: J. Barral, Manipolazioni viscerali (Vol.1)
Immagine: Cimmarusti Andrea, Osteopata D.O. M.Roi
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