top of page

Il sistema fasciale del corpo umano

Immagine del redattore: Andrea CimmarustiAndrea Cimmarusti

Aggiornamento: 24 mar 2020

Fascia è un termine abbastanza generico per indicare gli strati di tessuto connettivo che avvolgono strutture specifiche e separano una struttura, un organo o un’area dalle altre.

In realtà può essere considerata a tutti gli effetti un sistema corporeo: è costituita da elementi cellulari immersi in una matrice fibrosa, possiede afflusso ematico, innervazione e drenaggio linfatico ed ha funzioni di protezione e guarigione dei tessuti circostanti (Gray’s Anatomy, 2008).

In passato venne considerata solo come una struttura inerte e passiva ma grazie agli studi di Hayes (1950), Stilwell (1956) e Snyder (1956) fu chiarita la sua natura di tessuto attivo nella regolazione dell’economia, dello stato di salute e di malattia del corpo.

La fascia manca di specificità: al contrario di tendini, legamenti e capsula articolare dove il connettivo denso è disposto regolarmente secondo particolari linee di forza, nel sistema fasciale gli elementi fibrosi sono disposti in modo irregolare per permettere una maggiore resistenza a tensioni differenti e multidirezionali. L’estensione della fascia permette di coinvolgere diversi muscoli e sistemi, inoltre l’assenza di confini netti la rende perfetta per il drenaggio linfatico permettendo un flusso continuo tramite i vasi posti tra uno strato fasciale e l’altro.


A livello viscerale la fascia riveste i singoli organi e ne forma la struttura tramite i setti. Dà quindi sostegno e funge da conduttore per vasi e nervi, oltre che per le secrezioni ghiandolari. Permette inoltre lo scivolamento tra i vari organi.


Il sistema fasciale viene diviso in quattro piani:


1- Strato superficiale pannicolare: è il piano più esterno e riveste tutto il corpo ad eccezione di orifizi e cavità, serve a incrementare la mobilità cutanea, funge da isolante termico e accumula energia ad uso metabolico. Di derivazione embrionale mesenchimale somatica, è costituito da tessuto connettivo lasso, denso e irregolare posto appena sotto il derma e presenta una grande componente adiposa di spessore molto variabile. A livello di testa e collo contiene nel suo spessore molti muscoli: il platisma e i pellicciai (o mimici). Riveste anche gli arti in modo superficiale, mentre i muscoli sono rivestiti singolarmente da uno strato più profondo definito fascia appendicolare (appena più superficiale dello strato assiale) che si protrae fino all’inserzione assiale nel caso dei muscoli spino-appendicolari e toraco-appendicolari.


2- Strato profondo o assiale: anch’esso di origine mesenchimale somatica, è posto profondamente allo strato pannicolare. Riveste diversi piani e gruppi muscolari e va a formare perimisio, periostio e peritendine. Si divide in due parti:

  • Ipoassiale: posta anteriormente alle vertebre e riveste i muscoli profondi anteriori, gli intercostali e gli addominali, i vasi e i plessi nervosi.

  • Epoassiale: occupa le docce vertebrali andando a rivestire i gli erettori di colonna.


3- Strato meningeo: racchiude il sistema nervoso centrale. Include la dura madre e le leptomeninghi (aracnoide e pia madre) ed è in continuità con i nervi periferici tramite l’epinervio.

4- Strato viscerale: di derivazione endodermica, parte dal cranio come f. faringo-basilare e faringo-buccale per scendere fino alla gabbia toracica, dove costituisce il mediastino e il pericardio fibroso. Prosegue poi in cavità addominale come peritoneo dove prende rapporti con ogni organo. Si divide in parte trasversale anteriore e endoaddominale posteriore, la quale forma un cuscinetto a livello renale (la f. di Gerota). Inferiormente termina sul diaframma pelvico. I legamenti viscerali (ad esempio lg. del Treitz e lg. largo dell’utero) sono ispessimenti di tessuto connettivo lasso appartenenti alla fascia viscerale, che ancorano in modo elastico gli organi alle pareti della cavità.

Come detto la fascia è innervata e presenta molte terminazioni nervose, sia libere che incapsulate, le quali possono avere un ruolo propriocettivo, come nel caso dei corpuscoli di Ruffini e di Pacini. La fascia sostiene quindi associazioni connettive, biofisiche e biochimiche tra i muscoli, le ossa e gli organi confinanti.


La componente cellulare della fascia è rappresentata principalmente dai fibroblasti, i quali producono i diversi tipi di collagene e le citochine. Essi sono cellule sensibili a alla tensione del tessuto nel quale sono immersi e possono cambiare forma se sottoposti stress meccanico. Inoltre, rispondono a stimoli chimici come la presenza di fattori di crescita. Questa loro sensibilità permette alla fascia di rispondere a cambiamenti di tensione tramite la produzione e il riassorbimento di grandi quantità collagene, arrivando a influenzare la dinamica muscolo-scheletrica. I macrofagi sono molto rappresentati nel tessuto connettivo e rappresentano il legame tra il sistema fasciale e quello immunitario: una loro attivazione comporta la secrezione di citochine proinfiammatorie e di conseguenza la secrezione di collagene da parte dei fibroblasti in risposta ad una lesione. Quando si parla di aderenza, si intende una produzione eccessiva di collagene derivante da un’infiammazione cronica: questa condizione riduce, anche in modo patologico, la mobilità degli strati fasciali (Wynn, 2008).


Nella matrice extracellulare sono presenti diversi tipi di fibre:

  • Il collagene è una proteina fibrosa sintetizzata all’interno della cellula. Ce ne sono 27 tipi per differenti tessuti e funzioni. La secrezione può essere inibita dall’ormone paratiroideo ed accentuata dagli estrogeni.

  • Le fibre elastiche si distendono e si rilassano a seconda dei fattori stressogeni che agiscono sulla fascia. Più elastina è presente e più il tessuto è elastico.

  • La laminina e la fibromectina costituiscono il collegamento tra il fibrocita e la matrice extracellulare. Queste fibre permettono la meccanotrasduzione di stimoli, fondamentale per un corretto mantenimento della salute. Con l’invecchiamento questa trasmissione viene meno a causa della minore elasticità dei tessuti e di conseguenza articolazioni, vie respiratorie, apparato cardiocircolatorio e i visceri perdono parte della loro reattività.


Come detto, infiammazioni croniche possono portare a un’eccessiva produzione di collagene, che si manifesta con la presenza di aderenze e cicatrici fibrotiche che potrebbero comportare una limitazione della funzionalità delle strutture sottese alla fascia. Inoltre, la lesione comporta la secrezione di citochine proinfiammatorie. Si pensa queste possano essere distribuite sistematicamente dal flusso ematico. Alla palpazione questa zona di resistenza fasciale è facilmente individuale e su di essa di concentrano le tecniche di rilascio miofasciale.

L’entità e la durata delle sollecitazioni regolano la crescita dei fibroblasti e la loro risposta secretoria: un riequilibrio della tensione fasciale può quindi indurre l’apoptosi i fibroblasti e il riassorbimento dell’eccesso di materiale fibrotico responsabile del dolore e della riduzione del range di movimento tipici della lesione articolare.


222 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


Lascia qui un commento, la tua opinione è importante per noi!

Grazie per aver inviato le tue informazioni di contatto!

CAM - Complementary Alternative Medicine - Cimmarusti Angaramo Milanesio

bottom of page