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La "sindrome del tunnel carpale" è neuropatia del nervo mediano (origine cervicale C5-T1) molto comune. Si manifesta inizialmente con parestesie "a scossa" alle prime 3 dita, successivamente con diminuzione della sensibilità tattile e dolori nello stesso territorio e infine, se non curata, con perdita completa del tatto e con atrofia dei muscoli tenari.
Il nervo mediano transitando attraverso il tunnel carpale raggiunge la mano dividendosi nei rami terminali che raggiungono l’eminenza tenar, i muscoli digitali palmari, i tre muscoli del pollice e i primi due lombricali. Innerva la cute palmare delle prime tre dita e della parte laterale del 4° dito e la faccia dorsale delle falangi distali di tutte e 5 le dita.
Il tunnel carpale è il passaggio, oltre che del nervo mediano, di nove tendini e delle relative guaine ed è definito posteriormente e lateralmente dalle ossa del carpo mentre sulla faccia palmare è presente il legamento traverso del carpo.
La sintomatologia è causata dalla compressione del nervo mediano che attraversa il canale dipende però da molti fattori:
anatomici: un tunnel più stretto ne faciliterà la compressione;
storia familiare;
presenza di patologie reumatiche;
traumi e infortuni;
attività manuali ripetitive.
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Colpisce più frequentemente tra i 45 e i 60 anni e prevalentemente le donne (3 a 1).
Frequentemente viene diagnosticata tramite un’indagine clinica attraverso anamnesi (storia clinica e abitudini del paziente), valutazione dei sintomi e dei segni e l’esecuzione di test ortopedici come il Tinel del polso, il test di Phalen e il test di compressione del tunnel carpale. Gli specialisti ricorrono anche all’utilizzo dell’elettromiografia, allo studio della conduzione nervosa o ad una RX.
Nel caso in cui la gravità e la durata della problematica siano moderati e presenti da qualche mese la terapia è di tipo conservativo con tutori, riposo, ghiaccio e manipolazioni. Nel caso in cui i sintomi siano intensi e insopportabili e presenti da più di sei mesi si ricorre alla chirurgia che avrà come scopo la riduzione della compressione.
Nel primo caso il trattamento osteopatico può dare benefici alleviando la sintomatologia.
Attraverso il trattamento delle ossa del carpo e delle componenti legamentose si può ridare elasticità ai tessuti, movimento e quindi più spazio nel tunnel carpale riducendo così la compressione.
È importante valutare il resto dell’arto superiore e non limitarsi a mano e polso: vanno analizzate funzionalità e presenza di disfunzioni di gomito, spalla, cervicale e dorsale perché delle limitazioni di movimento e dei dolori a questi livelli possono instaurare movimenti viziati di compenso che andranno a sovraccaricare il polso.
Valutare e comprendere correttamente la meccanica di questi distretti è fondamentale nella gestione di una problematica come quella della sindrome del tunnel carpale.
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Testo e acquerello di Andrea Cimmarusti, Osteopata D.O. M.Roi.
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