Capita spesso di prendere una storta alla caviglia anche di piccola entità che non provoca molto dolore e nemmeno gonfiore. Tuttavia, se ignorato, dopo qualche tempo questo piccolo trauma può avere conseguenze a distanza come l'insorgere del mal di schiena. Analizziamo dunque velocemente come la caviglia si metta in relazione con la lombare.
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Una distorsione è la perdita momentanea dei corretti rapporti articolari che mette sotto stress i legamenti e i muscoli. Nel caso della caviglia la più comune è quella in inversione (rappresentata nell'immagine) ma può avvenire anche in eversione o in estensione. Nel primo caso avviene un allungamento eccessivo di tutto il comparto legamentoso esterno (che origina dal perone), nel secondo sono coinvolti i 4 legamenti mediali a partenza dalla tibia e nel terzo caso vengono interessati quelli del dorso.
Le distorsioni vengono poi classificate in base al grado di lesione tissutale che hanno comportato e anche le soluzioni terapeutiche differiranno in base a ciò.
Grado 0: assenza di lesione legamentosa e di gonfiore. Molto consigliato un trattamento manipolativo repentino per evitare che si instauri un'errata meccanica del passo con conseguente catena disfunzionale;
Grado 1: iniziale lesione legamentosa con versamento articolare. Necessario bendaggio funzionale e una settimana di riposo. Successivamente il trattamento osteopatico diventa molto importante perché favorisce la corretta guarigione del legamento e riduce l'insorgenza di compensi a distanza;
Grado 2: rottura completa del comparto legamentoso con lesione della capsula articolare e importante versamento. Indicazione fisioterapica/chirurgica in base al numero di legamenti coinvolti e alla stabilità dell'articolazione. Una volta terminato l'iter riabilitativo il trattamento osteopatico è consigliato per andare a correggere tutti i compensi creati dalla deambulazione scorretta.;
Grado 3: rottura legamenti, capsula e frattura di uno o entrambi i malleoli o del processo stiloideo del 5° metatarso. Indicazione chirurgica seguita da riabilitazione fisioterapica. Il trattamento osteopatico si inserisce al termine come nel grado precedente.
Come mai allora una distorsione può, a distanza di tempo, far venire mal di schiena?
Meccanicamente quando il piede va in inversione (con la punta verso l'interno, come nell'immagine) il perone viene tirato dai legamenti e dai muscoli peronieri verso il basso. Questo comporta che il capo lungo del bicipite femorale venga allungato e che questa tensione si rifletta tutta sul bacino. L'osso iliaco ruoterà di conseguenza in posteriorità andando a creare un sovraccarico sacroiliaco e a mettere in contrazione eccentrica il muscolo quadrato dei lombi che sarà il primo responsabile del dolore alla schiena.
Se non corretta repentinamente questa catena di disfunzioni diventerà inizialmente un compenso che col tempo, attraverso una camminata viziata, si strutturerà.
È importante quindi intervenire per risolvere le disfunzioni somatiche a carico del piede, della gamba, dell'anca e del bacino in modo tale che una distorsione lieve o severa che sia non diventi la base per una lombalgia o per altri problemi a distanza.
Immagine e testo: Andrea Cimmarusti, Osteopata D.O. M.Roi.
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