Questa serie di post, individuati dall'hashtag #artiColazioni, ha l'obiettivo di avvicinare anche i "non addetti ai lavori" alla lettura di articoli scientifici. Questi ultimi devono rappresentare un mezzo di informazione non di nicchia, ma accessibile a chiunque abbia la curiosità di consultare le fonti del sapere scientifico. E allora che cosa c'è di meglio di un articolo a colazione?
Negli scorsi mesi l’attività sportiva è stata messa a dura prova: la chiusura di palestre e piscine, la sospensione dei corsi e il divieto di svolgere attività sportiva all’aperto hanno spinto ognuno di noi a rinunciare allo sport, o a costringerlo nelle troppo strette mura domestiche.
Anche tu hai sperimentato gli ingegnosi esercizi casalinghi proposti dalle app della "pancia piatta in due giorni"? Ora che le limitazioni sono state ammorbidite e usciamo a scoprire il caldo del sole sulla nostra pelle, è tempo di cambiare ritmo e fare sul serio. Perché è così importante riprendere (o iniziare) a praticare attività fisica con regolarità?
Uno studio tedesco pubblicato poche settimane fa dalla rivista scientifica The Spine Journal sembra rispondere proprio a questa domanda. Intitolato “Effetto a lungo termine dell’inattività fisica sulla degenerazione discale lombare e toracica”, è stato realizzato da un'equipe di medici (Maurer e colleghi) nell'arco di quattordici anni.
Gli esaminatori hanno sottoposto un campione di oltre 4000 soggetti a un protocollo di studio in tre fasi, durante le quali sono stati raccolti dati riguardanti l’attività fisica praticata e la frequenza. Al termine del lavoro, i 385 soggetti ancora inclusi sono stati sottoposti a una risonanza magnetica per valutare lo stato di degenerazione dei dischi intervertebrali a livello toracico e lombare.
Ma che cos'è la degenerazione discale?
Il disco intervertebrale è il cuscinetto ammortizzatore posto tra una vertebra e l’altra in tutta la colonna. La patologia discale è la diffusissima condizione in cui l’anatomia del disco si altera per via di una degenerazione del tessuto connettivo che lo compone. La disidratazione e la rottura della parte periferica del disco, con fuoriuscita del nucleo polposo centrale, costituiscono il meccanismo di formazione della temuta ernia del disco, patologia talvolta altamente invalidante per la compressione che può generare sul midollo o sui nervi spinali emergenti.
Anche ammesso che, in parte, la degenerazione del disco intervertebrale sia fisiologica e legata all’invecchiamento del soggetto, riconoscere i fattori di rischio e le abitudini che possono aggravare o accelerare tale degenerazione è di vitale importanza per combattere la diffusissima patologia discale.
Andiamo finalmente ai risultati dello studio di Maurer: la degenerazione discale a livello toracico e lombare era significativamente maggiore nei soggetti che avevano svolto solo un’ora o meno di attività fisica a settimana. È molto interessante notare anche che i soggetti con la colonna vertebrale più sana non erano atleti agonisti, bensì praticavano solo due ore di attività sportiva settimanale con regolarità: è evidente quindi che non è necessaria una routine serrata di allenamenti giornalieri per godere dei benefici dello sport per la nostra salute!
Siamo di fronte a una chiara dimostrazione di quanto il movimento sia fondamentale per il funzionamento e il benessere dell’organismo: a livello macroscopico la mobilizzazione delle articolazioni attraverso l’esercizio fisico permette di mantenere la tonicità dei muscoli e l’elasticità dei legamenti, così come a livello microscopico lo scorrimento tra i tessuti garantisce la circolazione del sangue e dei liquidi interstiziali e così il nutrimento delle cellule e l’eliminazione delle scorie.
Prendersi cura del movimento del corpo e di tutte le sue componenti deve essere una priorità per ognuno di noi. È importante sapere che non sei solo: il professionista osteopata mette al tuo servizio le sue conoscenze e la sua tecnica per accompagnarti nella ricerca e nella conservazione dell’equilibrio nel tuo organismo. In particolare, dopo mesi di inattività, è un valido alleato in questa impegnativa fase di ripresa.
Link all'articolo su PubMed: https://bit.ly/2yA13C6
Testo: Valeria Milanesio, Osteopata D.O.m.R.O.I.
Immagini: Andrea Cimmarusti, Osteopata D.O.m.R.O.I; Atlante di Anatomia Umana - Sobotta.
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